ARGOMENTO Dichiarazione del soggetto. Dedica alla contessa di Hertford. La stagione vien descritta secondochè influisce su le varie parti del creato, risalendo dalle più infime alle più nobili e con digressioni che derivano dal soggetto. Di lei influenza sulla materia inanimata, su i vegetabili, su gli animali bruti e finalmente sull' uomo. Si conchiude col dissuadere dalla folle e disordinata passion dell'amore opposta a quella di un genere puro e felice. Vieni, gentil PRIMAVERA, vieni soave ernana zione dell'aria ; e di colassù dal seno delle stillanti nubi, mentre all'intorno risvegliasi una dolce armonia, velata di un nembo d' ombreggianti rose su i nostri campi discendi. O HERTFORD (1), atta o a brillare con grazia ma senza affettazion nelle Corti, o a ritrarti in diporto alla campagna coll'amabile società dell'innocenza e della meditazione, ascolta tu il mio canto che dipinge la stagione di te propria, quando la Natura tutta è ridente e benefica al pari di te. Mira, il crudo Inverno sen va lungi colà al nord ed i suoi rabbiosi venti richiama; essi obbediscongli, e la romoreggiante collina, la scompigliata foresta e la devastata valle abbandonano. Succedono in tanto aurette più grate, al cui placido soffio si sciolgono in torbidi torrenti le nevi, ed i monti alzano al cielo le verdeggianti lor cime. As yet the trembling year is unconfirm'd, At last from Aries rolls the bounteous sun, And the bright Bull receives him. Then no more Th' expansive atmosphere is cramp'd with cold; But, full of life and vivifying soul, Lifts the light clouds sublime, and spreads them thin, Fleecy and white, o'er all-surrounding heaven. Forth fly the tepid airs; and unconfin'd, Unbinding earth, the moving softness strays. Joyous, th'impatient husbandman perceives Relenting Nature, and his lusty steers Drives from their stalls, to where the well-us'd plough Eppure la timida stagione (2) è ancor mal sicura; e spesso l' Inverno suscita di bel nuovo in sulla sera il vento, fa gelare il pallido mattino; ed impone alle piogge cadenti miste alle nevi di deformare il giorno che langue; talchè l'airone appena distingue il suo tempo per tentar col rostro internato l'agghiaccata palude di sonora crosta: nè sanno i pivieri quando erger debbano il vol dalla sponda al solatio, e cantar le rozze lor note al deserto che ascoltali. Benefico il Sole finalmente lascia l'Ariete e il luminoso Toro lo accoglie (3). L'estesa atmosfera non è più allora compressa dal freddo; ma, colma di vita e di spirito vivificante, spinge nell'alto le leggiere nubi; e, chiare e bianche qual lana, le spande pel cielo che il tutto circonda. Sorgono tepide aurette; e l'attività del tepore, sciogliendo la terra, circola ovunque. L'agricoltore impaziente vede contento che la Natura si raddolcisce, e trae fuor dalle stalle i vigorosi giovenchi laddove l'utile aratro giace sul solco sprigionato dal gelo. Ivi essi spontanei piegano gli omeri al giogo di tutti gli attrazzi fornito; e principiano il loro travaglio allettati dal semplice canto e dall'aleggiar della lodola ; in attochè il bifolco si appoggia ricurvo sul lucido vomere, smuove la creta che se gli oppone, regola tutto quanto il lavoro, e, mentre fa il solco, lascia da parte le zolle. A lento e misurato passo si avanza frattanto il seminator nei campi vicini, e sparge a larga mano il seme nel fido sen della terra; lo segue il dentato rastrello e chiude la scena (4). Sii favorevole, o cielo ! poichè l'agricoltore industrioso ha il suo dover già compito. Voi, nutritivi zeffiretti, spirate! voi ristoranti rugiade, voi placi And temper all, thou world-reviving sun, In ancient times, the sacred plough employ'd Have held the scale of empire, rul'd the storm The plough, and greatly independent liv'd. Far through his azure turbulent domain, Nor only through the lenient air this change, United light and shade! where the sight dwells de piogge scendete! E tu o Sole, che il mondo ravvivi, modifica il tutto onde la stagion sia perfetta. Voi, che giacete nell' opulenza e nell' agiatezza, nel lusso e nel fasto, non crediate indegni del vostr' orecchio questi temi andati in disuso. Temi consimili cantolli il pastoral Virgilio a Roma sovrana del mondo, quand' essa era all'apice dell' eleganza e del gusto che in lei raffinato avea la Grecia. Il sacro aratro nelle antiche età occupò i re e i venerandi padri del genere umano: ed altri, co' quali le schiatte vostre, poste in confronto, non sono al par degli insetti che gli esseri di un giorno d' Estate, tennero la biláncia dell'impero, regolarono il furore di poderosa guerra; poscia, avendo in non cale frivole delicatezze, maneggiarono l'aratro con destra instancabile, e liberi vissero ed onorati (5). Generosi Britanni, abbiate in pregio l'aratro; e sulle vostre colline e per l'estese interne valli fate che Autunno spieghi al sole sfarzosi ed immensi i suoi tesori: e come appunto il mare, nel suo ceruleo dominio procelloso e remoto, riconosce la vostra possanza, è raduna da mille spiagge nei porti vostri ogni oggetto di lusso della vita; così il vostro ricco terreno spanda in ogni contrada con beneficenza sempre maggiore i più pregevoli doni della Natura, vesta le nude nazioni, e sia l'inesausto emporio dell'universo. Questo cangiamento dell' aria non spira soave soltanto per la raddolcita atmosfera. Penetrante il sole, col vibrar l'alta sua possa negli aditi oscuri della vegetazione, suscita ovunque l'attività del tepore, per dilatarsi con tinte diverse sul suol che germoglia; ma pria d'ogni altro te suscita, o grazioso verde, ammanto universale del sorridente creato, luce ed ombra insieme riunite! ove l' oc |