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LA

GERUSALEMME

CONQUISTATA

DI

TORQUATO

TASSO

ΤΟΜΟ Ι.

PISA

PRESSO NICCOLÒ CAPURRO

MDCCCXXII.

SIG. MARCHESE

GINO CAPPONI

GIOVANNI ROSINI

Scriveva già il gran Torquato al suo carissimo Scipione Gonzaga (1), inviandogli alcuni Canti della GERUSALEMME LIBERATA, che non desiderava di soddisfare col suo poetico lavoro solamente ai maestri dell' arte; ma anzi era ambiziosissimo dell' applauso delle colte persone, che formano il maggior numero. Se fermo egli fosse stato in questa sentenza, dopo il grido straordinario, che levò da ogni parte il suo mirabil Poema; non avrebbe l'Italia veduto quell'altis simo Ingegno prostrar l'animo e la mente alla riforma di così gran modello.

Ma egli era tirato dai Fati a dimostrar coll' esempio che non solamente la lode, e lo sdegno (2) sono i due grandi scogli, ove molte volte

(1) Lett. del 16 Luglio 1575.

(2) Tanta omai di coturni, altero Ingegno,

Sovra l'Italo Pindo orma tu stampi,

Ch'andrai, se te non vince o lode, o sdegno,

Lungi dall'arte a spaziar tra i campi.

PARINI ALL'ALFIERI.

IV

vanno miserabilmente a naufragare i più grandi Scrittori; ma che havvene un terzo, anche più degli altri pericoloso, la compiacenza cioè verso le censure dei mediocri intelletti .

Ciascuno, leggendo questa nuova GERUSALEMME, dimanda a se medesimo quello che sarebbe mai divenuta la fama del grand Epico, se dato avendo alle fiamme il primo lavoro, avesse posto in luce solo il secondo! E quantunque non manchi esso pure di pregi; chi potrebbe misurarne mai la distanza (3)♪

(3) Uscì la GERUSALEMME CONQUISTATA la prima volta in Roma nel 1593, presso Guglielmo Facciotti in 4. dedicata al Card. Cintio Aldobrandini con Lettera d'Angelo Ingegneri riportata in appresso. Una seconda edizione se ne fece l'anno di poi, parimente in 4.: ove aggiunse gli Argomenti ai Canti Gio. Batista Massarengo: e ugualmente in quell'anno si vide ripubblicata da Andrea Viani in Pavia, e da Antonio degli Antonj in Milano, ambedue pure in 4.

Ma la più rara e curiosa edizione è quella di Parigi del 1595, presso Abel Angelieri, col millesimo errato, trovandovisi MCLCXV. Così di essa scrive Apostolo Zeno a suo fratello, dopo averne recato il titolo: V'ha come nelle altre la dedicazione di Angelo Ingegneri, e la Canzone del Tasso al Card. Aldobrandino, e un Sonetto in lode dell'Autore, che principia: Amici questi è il Tasso (*). Ma avanti il Sonetto si legge una certa lettera in lingua Francese dello Stampatore Angelieri ai Lettori, dalla quale si ricava, che egli dopo avere impresso questo bel

(*) Questo è il Sonetto del Costantini da noi riportato a p. 222 in fine del Tomo I. delle RIME AMOROSE.

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