Графични страници
PDF файл
ePub

Il celebrár con alto e chiaro suono.
Lodollo 'l Sole, e voi, lucenti stelle,
E tu 'l lodasti ancora, o bianca Luna.
O nubi, e voi, voi, nubi oscure, e nembi,
E voi, nevi, e pruine, e voi tonando
Il celebraste ancor, folgori ardenti.
E 'nsieme risuonár la notte, e 'l giorno
Del suo gran nome; '1 gran rimbombo accolto
S' udì nella serena e chiara luce,

E nell' oscure ed orride tenébre.'
La terra ancor sovra se stessa al cielo
Esaltava'l Signor con lodi eccelse.
E l'esaltár sovra 'l lor giogo i monti
Alpestri e duri, e i verdi ombrosi colli;
E mormorand' insieme 'l mar sonante.
E mormorando i fonti, e i vaghi fiumi
S'udian del glorioso e santo nome.
E gli augelli nell'aria, e i vaghi pesci,
E le selvagge, e mansuete belve
Facean delle sue lodi un chiaro canto.
Lodarlo poscia entr' agli adorni tempj
I sacerdoti ne' sonori carmi,

E l'anime de'giusti; e i nudi spirti
Non tacquer le divine eterne lodi.
Talchè a lui di tre mondi un sol concento
Della sua eccelsa gloria ognor rimbomba.
Ma pur questo corporeo, e veglio stanco,
E seco l'altro, che s'invecchia, e langue,
Dopo sì lungo raggirar di lustri,

Già de' secoli alfine il loda e canta.
E dice: O mio Signore, e Padre eterno,
Che già di nulla mi creasti adorno
Mirabilmente, e mi servasti in vita

Poscia nel gran diluvio, e negl'incendj :
Io per me son caduca, e grave mole,
E ruinosa alfin, non pur tremante;
Ma la tua destra mi sostiene, e folce

Sì, ch' io non caggio, e 'n me rivolge 'l corso
Perpetuo ancor sovra la stabil terra.
Talchè 'n si lunga età, lasso! ravvisto
A me stesso fanciullo ancor somiglio,
E gli ornamenti miei non vario, o perdo,
Nè di tanti lucenti, ed aurei fregi

Manca pur uno. E s'io dunque disgiunto
Senz'indugio sarei converso in nulla,
Quanto m'è dato, a te m'unisco amando,
E nelle parti mie t'adoro; e cerco
Umilemente, e ti sospiro, e chiamo,
E ti piango talora, e 'n folta pioggia
Quasi mi stillo, e 'l mio fallire incolpo.
E nel pianto, e nel canto a te consacro,
Quanto lece, me stesso, acciocch'a sdegno
Non prenda in me la tua divina immago,
E'l simolacro di tua mano impresso.
Ma fuor di me pur ti ricerco, e piango;
Dove se'? dove se'? chi mi t'asconde?
Chi mi t'invola, o mio Signore, e Padre?
Misero! senza te son nulla. Ahi lasso!
E nulla spero, ahi lasso! e nulla bramo.
E che posso bramar, se'l tutto è nulla,
Signor, senza tua grazia? A te di nuovo
Sovra me stesso pur rifuggo, e prego
Teco sovra me stesso unirmi amando.
Già mi struggo d'amor, languisco amando.
E s'altro incendio mi consuma, e strugge,
L'amor tuo più lucente, e 'n altra forma

Poi mi rifaccia, e le fatiche, 'I moto
Tolga alla mia natura egra e languente.
Abbia riposo alfin lo stanco veglio
Mondo, che più s'attempa, e 'n te s'eterni
Sin che sempre non sia volubil tempio,
Ma di tua gloria alfin costante albergo.

Così ragiona 'l mondo. E sorda è l'alma, Che non ascolta i suo'rimbombi, e'l canto, E seco non congiunge'l pianto, e i preghi,

DI

BENEDETTO MENZINI

GIORATA PRIMA

Pag. 3 Ver. 13 Vedi il 33 del Paradiso di Dante.

29

36

Ib.

37

38

Ib.

40

41

GIORNATA SECONDA

19 Vedi a questo proposito ciò che dice Vitruvio.
2 Vedi Virgilio nella Georgica.

18 Ciò si comprende dal vocabolo greco.
25 Vedi il Petrarca Son. IX. parte prima.
2 Vedi Virgilio nella Georg. L. 1. v. 34.

Tibi jam brachia contrahit ardens
Scorpius, et coeli justa plus parte reliquit.
28 Pigri sarraca Bootes. Giov. sat. V. v. 23.
14 Vedi Arato ne' Fenomeni.

30 O per la sapienza, o perchè quella nazione era naturalmente superba. Superbiebat ventosa natio. Plin. in Paneg.

Ib. 31 Per successor d'Alessandro intende Tolomeo

2 322

43

Ib.

Ib.

45

46

47

50

ль.

Lago.

2 Vedi Dante nel Purgatorio Canto 1.

10 Intendi Costantino.

14 Intendi Massenzio. Vedi le storie, e in suc-
cinto Batista Egnazio.

18 Costantino figliuolo, che mosse guerra al
fratello. Vedi le storie come sopra.
32 Giorni critici, così detti dalla voce greca
Criti, che vuol dire giudizio.

26 Vedi il verbo sortire col caso dell'acquisto.
16 O forse perchè induce a cose vergognose;
onde Virgilio: Et turpis egestas.
14 Vedi le storie de'Greci, e particolarmente
Giustino che ciò narra.

16 Credo che intenda di Tarmerlano.

GIORNATA TERZA

Pag. 56 Ver. 8 Davo, e Siro, persone introdotte nelle commedie dai Latini.

57

59

61

64

66

67

71

72

86

Ib.

Ib.

90

Ib.

93.

94

Ib.

103

106

108

15 Vedi ciò che dice il Mazzoni nella difesa di Dante intorno all'avere Iddio ordinato i termini al mare.

8 Così i Greci ed i Latini.

I Dicesi ciò di Aristotele.

4 Qui pel silenzio della Luna intendi lo scemamento di quella; non così deesi intendere Virgilio dove dice: tacita per amica silentia Lunae: perchè quando fu presa Troia era il plenilunio, come ben dice il Moreto.

27 Intendi l'Egitto.

18 Intende qui per lo re di Spagna.

24 Per l'Asfaltite, e il lago di Fiberiade.
16. . . te, Lari maxime, teque

Fluctibus et fremitu adsurgens, Benace, marino?
Virg. Georg. lib. II. ver. 159 e 160.

21 Lurida terribiles misceri aconita novercae.

Ovid.

22 Mandragora. Ha virtù di fecondar le sterili.
23.... Lethaeo perfusa papavera somno'.
Virg. Georg. lib. 1. ver. 78.

5 Così anche il Sanazzarro.

29 Populus Alcidae gratissima. Virg.
Quantum vertice ad auras

20 ....

Ethereas, tantum radice in Tartara tendit. 26 Vedi l' Elegia del Sannazzaro de Malo Punico. 32 Questo credo che sia di Virgilio. Vedi la Georgica.

GIORNATA QUARTA

6 Vedi Dante. Ferir torneamento e corrrer

giostra.

9. Allude a quello del Petrarca:

Quanto mal per lo mondo oggi si spande.. 18 In principio creavit Deus coelum et terramVedi gli spositori.

« ПредишнаНапред »