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AVÍS DU LIBRAIRE.

Je préviens qu'étant propriétaire du manuscrit de cet ouvrage, et ayant déposé les exemplaires voulus par la loi, je poursuivrai avec la plus grande rigueur tout contrefacteur et tout débitant d'édition contrefaite. J'abandonnerai à celui qui me les fera connaître la moitié des dommages et intérêts accordés par les lois.

L. THÉOPHILE BARROIS FILS,

BOBLEIAL

1 4 MAY 1931

LIBRARY

Della Stamperia di P. N. ROUGERON, rue de l'Hirondelle.

L'EDITORE AI CORTESI LETTORI,

L'AGGRADIMENTO, che gli amatori della Poesia Italiana, e specialmente i forestieri hanno mostrato per le sceltissime poesie compilate dal Vergani, ci ha mossi a riprodurle alla pubblica luce coll' aggiunta di altre composizioni.

Affine d' appagare in parte la dotta curiosità di voi benevoli lettori, ci siamo valsi del signor Piranesi ottimo estimatore e cultore delle Muse Italiane, ond' è che per di lui consiglio abbiamo arricchito la Raccolta del Vergani di altre squisite Poesie tolte dalla Raccolta de' classici Italiani, edizione di Milano, ed oltre a ciò abbiamo aggiunti altri scelti componimenti dei poeti migliori dell' età nostra.

A comodo vostro si è ripartita la materia come siegue. Si comincia dalla Lirica, dove si sono recati molti esempj, essendo

(vi)

l'Italia prodigiosamente ricca di tali produzioni. In questo genere abbiamo compreso il Sonetto, la Canzone e l'Ode. Seguitano alla Lirica le Poesie varie, che abbracciano le Favole, gli Epigrammi ed altre minori composizioni. Succede a queste il genere Pastorale, poscia gli vengono appresso le produzioni Teatrali, e si dà fine coll' Epica

Poesia.

Per ristretta che apparir possa questa rac→ colta, siate certi o Lettori di scorrere sopra i fiori del Parnaso Italiano, dal trecento sino a nostri giorni. E per moltiplici esempi chiaro apparirà, come nel ridente cielo d'Italia i cultori della Poesia coll' ajuto d' una lingua armoniosissima per sei secoli si siano cinti d'allori; sicchè bene a ragione di loro può dirsi : Che le Muse allattar più ch' altri mai. ≈ Vivete sani.

DELLA

POESIA ITALIANA.

I

poeti Siciliani furono i primi che si valsero della lia, gua italiana. Volendo costoro far conoscere alle persone amate la grandezza del loro affetto, nè potendolo fare col linguaggio latino, che era in uso soltanto presso gli uomini dotti, si diedero a compor versi amorosi in lingua italiana, chiamata allora volgare, perchè usata dal volgo dell' Italia.

Il Petrarca in una lettera scritta nel 1360 dice, che i Si- . ciliani avevano alcuni secoli prima composti versi volgari. Si può dunque fissare il primo secolo della poesia italiana dal 1100 fino al 1230. In questo secolo, che può chiąmarsi l'infanzia della nostra poesia, i poeti non fecero che balbettare. Barbara era la lingua da loro usata, rozze le loro espressioni, ilor sentimenti poco nobili, e oscuri (1).

Dopo il 1220 l'imperator Federico II, uno de' primi poeti di que' tempi, si fermò in Sicilia, e i dotti Italiani che frequentavano la di lui corte, vi appresero l'uso della volgar poesia, e lo recarono poscia alle patrie loro. Quindi cominciarono a fiorire i poeti volgari nella Toscana, in

(1) Chi desidera conoscer queste poesie siciliane, vegga Istoria della volgar poesia del Crescimbeni, tomo III. A

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Bologna, ed in altre città dell' Italia. Si distinsero, fra gli altri, Dante Alighieri, Guitton d'Arezzo, Guido Guinizzelli da Bologna, Cino da Pistoja e Guido Cavalcanti. Adoperaron essi ne' loro versi una lingua meno rozza frasi più leggiadre, immagini più vive, pensieri nobili e più sublimi. In Dante, sopra tutto scorger. si possono moltisime gemme, quatunque alle volte mal pulite o mal legate.

A questi poeti, ed a molti altri, che fioriron nello stesso tempo, e de' quali fa menzione il Crescimbeni nella sua storia della volgar poesia, riferir si deve il secondo secolo della poesia italiana, che durò fino al 1320 in circa.

La volgar poesia però fu molto più felice, e più perfetta ne' tempi di Francesco Petrarca; epoca alla quale si puô fissare il terzo secolo della poesia italiana. « L'ingegno ve» ramente meraviglioso di questo grand' uomo, dice il Mu» ratori, ereditò tutte le virtù de' vecchi poeti ; ma nou •» già i loro difetti. La leggiadria della lingua, la bellezza » dello stile, la nobiltà de' pensieri, con cui sono tessute » le sue rime, giustamente gli hanno guadagnato il titolo » di principe de' poeti lirici d'Italia; nè finora è venuto » fatto ad alcuno di torgli si bel pregio; anzi pochi sono » quelli, che siano giunti a felicemente imitarlo, non che >> superarlo. » Fiorirono a' tempi di questo grand' uomo, o dopo la sua morte, alcuni altri poeti, i quali`, quatunque inferiori ad esso, meritano però moltissima stima. I principali sono Buonaccorso, Montemagno, Cino Rinuccini, Franco Sacchetti, e Giusto de' Conti, imitatori tutti del famoso Petrarca.

11 quarto secolo, che comincia dopo Giusto de' Conti wen fu molto fortunato per la poesia italiana.. Nulladimeno

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