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Se approvi i detti miei :
Nè se tranquilla sei
Nel ragionar di me.

lo lascio un incostante :

Tu perdi un cor sincero :
Non so di noi primiero
Chi s' abbia a consolar.

So, che un sì fido amante
Non troverà più Nice,
Che un'altra ingannatrice
È facile a trovar.

METASTASIO.

LODE DELLA SUA DONNA.

Gli Angeli, il Sol, la Luna erano intorno
Al seggio di Natura in paradiso,
Quando formaron, Donna, il vostro viso
D'ogni beltà perfettamente adorno.

Era l'aer sereno, e chiaro il giorno;
Giove alternava con sua figlia il riso :
E tra le belle Grazie Amore assiso,
Stavasi a mirar voi suo bel soggiorno.

Indi qua giù per alta maraviglia

Scese vostra beltà prescritta in cielo,
Diquante mai fian (1) belle eterna idea.
Abbian altre begli occhi e belle ciglia,

Bel volto, bella man, bel tutto il velo (2) :
Dio sol da voi tutte le belle crea.

GIROLAMO FRACASTORO.

EFFETTI DI VERACE BELLEZZA.

SONETTO.

Non risplende così Venere in cielo
Quando rimena a noi l'alba novella,
Non quando cade senza nube o velo
Ne l'Atlantico mar ridente e bella.
Nè tal fiammeggia il biondo dio di Delo
Qualor cinto di fulgide quadrella (3)
Fere (4) la terra, e ne discioglie il gelo,
Rotando il carro in questa parte e in quella;
Come i vostri sereni almi e divini
Occhi di pura luce arder vegg' io,
E vivi e dolci rai spargere intorno.

Fian, saranno.
Velo, corpo.

(3) Di fulgide quadrella, di raggi Fere, ferisce percuote.

Or quindi avvien, ch'oltre i mondan confini
S'erge su l'ali d'un gentil desio

L'alma, e sen vola a l'immortal soggiorno.

ALESSANDRO MARCHETTI.

RITORNO.

Presso è il dì che, caugiato il destin rio, (1).
Rivedrò il viso, che fa invidia ai fiori;

Rivedrò que' begli occhi, e in que' splendori
L'alma mia, che di là mai non partio. (2).
Giunger già parmi, e dirle: Amata Clori;
Odo il risponder dolce: o Tirsi mio.
Rileggendoci in fronte i nostri amori,
Che bel pianto faremo, e Clori, ed io !
Ella dirà: dov' è quel gruppo adorno

De' miei crin, ch' al partir io ti donai? Ed io: miralo, o bella, al braccio intorno. Diremo, io le mie pene, ella i suoi guai (5). Vieni ad udirci, Amor, vieni; in quel giorno Qualche nuovo sospiro imparerai.

GIOVAN-BATTISTA ZAPPI.

(1) Rio, contrario, crudele. (3) Guai,
rudele.| (3) Guai, affanni.

(2) Partio per parti.

RITRATTO DI RAFAELLO

DIPINTO DA LUI MEDESIMO.

Questi è il gran Rafaello : ecco l'idea.
Del nobil genio, e del bel volto, in cui
Tanto Natura de' suoi don ponea,
Quanto egli tolse a lei de' pregi sui (1).

Un giorno ei quì, che preso a sdegno avea
Sempre far sulle tele eterno altrui,
Pinse se stesso, e pinger non potea
Prodigio che maggior fosse di lui.

Quando poi Morte il doppio volto e vago
Vide, sospeso il negro arco fatale,

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Qual, disse, è il finto e il vero, e quale impiago?

Impiaga questo inutil manto (2) e frale

L'Alma rispose, e lascia star l'Immago (3).

«Ciascuna di noi due nacque

immortale »>.

Il medesimo.

(3) Immago, voce poetica

Sui per suoi.
(2) Manto, spoglia, corpo. per immagine.
corpo. per

IL MUSEO D' AMORE.

Vieni mi disse Amore.

Io m'accostai tremando.
Perchè vai sospirando?
Di che paventa il core?
Vieni: mi disse Amore.

Lieto per man mi prese,
E il ragionar riprese ;
Da che in mia corte stai,
Tu non vedesti mai

Il Museo di Cupido;

Io lo sogguardo (1), e rido.

Credea, che il vezzosetto
Scherzoso fanciulletto,

Tutte le brame avesse

Di gioventude amiche;

Non che a serbo tenesse (2)

Amor le cose antiche.

Dentro una ricca stanza,

Che di Tempio ha sembianza (3),

(1) Sogguardo, guardo qua-serbo vale serbare, conservare.

si di nascosto.

(2) Tenere a serbo, o in

(3) Sembianza, simiglianza.

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