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GERUSALEMME LIBERATA.

CANTO PRIMO.

ARGOMENTO.

Manda a Tortosa Dio l'Angelo; e poi
Goffredo aduna i Principi cristiani.
Quivi concordi quei famosi Eroi
Lui Duce fan degli altri Capitani.
Quinci egli pria vuol rivedere i suoi
Sotto l'insegne, e poi gl' invía ne' piani
Che a Sion vanno : intanto di Giudea
Il Re si turba alla novella reg.

a

I.

CANTO l'armi pietose, e'l Capitanob
Che 'l gran Sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò col senno e con la mano:
Molto soffri nel glorïoso acquisto :

E inván l' Inferno a lui s' oppose, e invano
S'armò d'Asia e di Líbia il popol misto;d
Chè 'l ciel gli diè favore, e sotto ai santi
Segni ridusse i suoi compagni erranti.

b

Pietose, pie, divote; cioè, in difesa della Religione. il capitano, Goffredo o Gottifredo di Buglione, quello che Capitano delle genti cristiane alla ricuperazione del Santo Sepolcro, conquistò nell' Asia, con la pietà e con l'armi, il regno di Gerusalemme. C d senno, sapere, prudenza. misto, mescolato, unito insieme. santi segni, la bandiera, il sacro stendardo della Croce-ridusse da ridurre, riunire, radunare.

VOL. I.

B

II.

O Musa, tu che di caduchi allori
Non circondi la fronte in Elicona,
Ma su nel cielo infra i beati Cori
Hai di stelle immortali aurea corona;
Tu spira al petto mio celesti ardori ;
Tu rischiara il mio canto, e tu perdona
S'intesso" fregi al ver, s' adorno in parte
D' altri diletti, che de' tuoi, le carte.

III.

Sai che là corre il mondo, ove più versii
Di sue dolcezze il lusinghier Parnaso;
E che'l vero condito in molli versi,
I più schivi allettando ha persuaso.

f Musa, ec. Invoca qui egli non una delle Muse dell' Elicona, ossia Monte Parnaso, che son coronate di allori caduchi (fragili, di poca durata); ma come sacro è il Poema, intende per Musa la Vergine Maria, o piuttosto lo Spirito Santo, cui prega ispirargli celesti ardori, ch'è suo singolare_attributo, come qui appresso (Stanza 32) fa che Dio o lo Spirito Santo ispiri i detti dell' Eremita. cori, cioè, i nove Ordini degli Angioli intesso da intesscre, intrecciare, unire insieme-fregi, ornamenti poetici.

i versi da versare, 'l vero condito, la verità ripiena, e mescolata di molli e piacevoli versi, allettando, lusingando, ha la forza di persuadere i più schivi, i più ritrosi e salvatici.

Così all'egro" fanciul porgiamo aspersi
Di soave licór gli orli del vaso:
Succhi amari ingannato intanto ei beve,
E dall'inganno suo vita riceve.

IV.

Tu magnanimo Alfonso, il qual ritoglia
Al furor di fortuna, e guidi in porto
Me peregrino errante, e fra gli scogli
E fra l'onde agitato e quasi absorto,
Queste mie carte in lieta fronte' accogli,
Che quasi in voto a te sacrate i' porto.
Forse un di fia" che la presaga penna
Osi scriver di te quel ch'or n'accenna.*

V.

2

È ben ragion (s' egli avverrà ch' in pace
Il buon popol di Cristo unqua si veda,
E con navi e cavalli al fero Trace

Cerchi ritor la grande ingiusta preda)
Ch'a te lo scettro in terra, o se ti piace,
L'alto imperio de' mari a te conceda.

n

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Egro, infermo. licor, liquore-gli orli, l'estremità. Bellissima similitudine presa da Lucrezio : P Alfonso d'Este, duca di Ferrara, a cui il Poeta dedica questo suo Poema. ritogli, liberi. peregrino, straniero, e travagliato fra mille fastidiosi accidenti. absorto per assorto, assorbito, immerso. in lieta fronte, graziosamente, fia per sarà. accenna, fa semplicemente menzione.

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b

Y Avverrà, da avvenire, accadere. unqua, mai. ritor per ritorre o ritogliere, riprendere. preda, cioè, Gerusalemme.

Emulo di Goffredo, i nostri carmic
Intanto ascolta, e t' apparecchia all' armi.
VI.

d

Già 'l sesto anno volgea ch' in Oriente
Passò il Campo cristiano all' alta impresa:
E Nicea per assalto, e la potente
Antiochia con artee avea già presa;

L' avea poscia in battaglia incontro a gente
Di Persia innumerabile difesa :

E Tortosa espugnata: indi alla rea
Stagion die loco, e 'l novo anno attendea.
VII.

E'l fine omai di quel piovoso inverno
Che fea l'armi cessar, lunge non era,
Quando dall' alto soglio il Padre Eterno,
Ch' è nella parte più del ciel sincera,'
E quanto è dalle stelle al basso inferno,m
Tanto è più in su della stellata sfera,

с

Carmi, versi, canti.

Già'l sesto anno, ec. Di qui comincia l' Azione. Le imprese precedenti a quest'epoca si narrano qua e là nel decorso del Poema, secondo che al Poeta cade meglio in acconcio. e arte, stratagemmi di guerra. poscia, poi, quindi. espugnata, vinta in batta- ́ glia. rea stagion, cioè, l'inverno. Questa voce reo o rio si applica a tutto ciò che ha in sè qualità malvagia, e dicest non men delle persone che delle

f

cose.

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Fea per faceva. soglio, trono; qui per Paradiso. 1 sincera, pura. basso inferno, vuol dire la Terra; cioè, quanta distanza v'è dalle stelle alla terra, altrettanta ve n'è dalla sfera delle stelle al Paradiso.

Gli occhj in giù volse," e in un sol punto e in una Vista mirò ciò ch' in sè il mondo aduna.“

VIII.

Mirò tutte le cose, ed in Soría
S'affissò poi ne' Principi cristiani;
E con quel guardo suo ch' addentro spía
Nel più secreto lor gli affetti umani,
Vede Goffredo che scacciar desia
Dalla santa città gli empj Pagani :
E pien di fè, di zelo, ogni mortale
Gloria, imperio, tesor mette in non cale.ƒ

IX.

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t

Ma vede in Baldovin cupido ingegno'
Ch' all' umane grandezze intento aspira:
Vede Tancredi aver la vita a sdegno,
Tanto un suo vano amor l'ange
e martíra :
E fondar Boemondo al novo regno
Suo d'Antiochia alti principj mira,
E leggi imporre, ed introdur costume
Ed arti, e culto di verace Nume:

Volse da volgere-in giù, sul globo terrestres • aduna, contiene, comprende.

Soría lo stesso che Siria, provincia dell' Asia. spía, penetra. mette in non cale, cioè, non cura, disprezza ogni mortale gloria, ogni imperio e tesoro.

Cupido ingegno, avido talento, spirito d'avidità. 'intento per attentamente, assiduamente. "ange dá angere, (voce poet.) affligge, affanna-martira da martirare, voce antica, per martirizzare.

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