Графични страници
PDF файл
ePub

Finto, unb Il Sofista von Doroneti zu Vicenza unter dem Namen des sonst bekannten, aber weit züchtigern, Dichters, Luigi Tansillo, herausgegeben, um der Ahndung der Ins quisition zu entgehen, die einmal alle Werke des Aretino verboten hatte. Meisterwerke sind übrigens diese seine Kos mödien gewiß nicht; hie und da, sprühen freilich einzelne Funken von Wig und Laune; mit unter aber laufen auch die armseligsten Späße und schaalsten Zweideutigkeiten. Seltent ist auch die Intrigue von Bedeutung, und an Feinheit des Plans, der Oekonomie, und Charakterzeichnung ist vollends nicht zu denken. Hier sind die zweite und dritte Scene des ersten Akts vom Hipocrito:

Hipocrito Solo.

Chi non fa fingere, non fa vivere, peroche la fimulazione è uno fcudo, che fpunta ogni arine, anzi una arma, che speżza ogni scudo: e mentre fi prevalė de l'huiniltade apparente, converfa la religione in aftuzia, predomina la robba, l'honore, e gli animi altrui. Non han che brigare gli gnatoni con noi altri, conciofia che il porcheggiare de la lor gola, mefcolato con l'affordaggine della for ciarla, fatia faftidiofiffimamente: oltre a quefto i gaglioffacci fvergognano ciafcuno, che gli intertiene, onde è forza torfigli da cantő, pérochè è ben bue cbi crede a le adulazioni, che in fi sfacciata maniera gli cafcano giu de la bocca. Dico, che bifogna ferrargli l'ufcio, accarezzando un mio pari, da che, fotto fpecie di bontà, mi vaglio d'ogni triftizia. Avenga che è un bel tratto quello del Demonio, quando fi fà adorar për fantó. Certo ch' io non apro le braccia con maraviglia, mentre i miei benefattori mi pasteggiano, exaltando la fciocchezza de loro detti con quello ch lungo, che accrefce autoritade a l'amirazione. Mà lo dogli ne l'opre pie, ne le virtù, ne la vita, e ne la

carità.

carità. E per affecurargli ne le crapule, ne le luffurie, è ne le usure, riftrettomi un tratto ne le spalle, con un certo ghigno da beffe, allego la fragilità de la carne, cio fò, perche chi non fi mostra amico de i vizii, diventa nimico de gli huomini. Ma chi fento io? Neque in ira tua corripias me.

GUARDABASSO, HIPOCRITO, LISEO.

1

Guar. Andava a punto cercando la vostra Rive

renzia.

Hip. Bè?

Guar. Il meffere vorria dirvi, cioè parlarvi.
Hip. Volentieri.

[blocks in formation]

Eccolo a voi..

Hip. A fagitta volante.

Lil. Benvenuto, e buono anno.

Hip. La carità sia con voi.

Lif. La vostra bontade mi perdoni, cafo, ch'io le interrompa le fue divozioni.

Hip. Il prossimo precede al'orare, e la carità supera il digiuno.

Lif. Hor io, che non fo notar punto punto, mi ritrovo in un gran pelago, tal che, fe il voftro adiutorio non mi diventa zucca, me ne fummergo giuso. Hip. Non fon per defraudare la carità.

Lif Sono in travaglio.

Hip. Dominus providebit.

Lif Ho ben cotefta fperanza.

Hip. Fermativici pure.

[ocr errors]

Lif Io, perche fappiate, nacqui infieme con uno altro maschio; venne la guerra in quefta patria, che non ha mai conofciuta pace, e riempitafi di foldati, fecondo che più volte m'ha conto mia madre, il fratellin, che ella partori con meco, le fù tolto di collo, mentre dormiendo io ne la culla, fuggeva le poppe (m'era fcordato) egli fi chiamava Britio. Quel che poi ne fia futo, io non fò. E perch' io mi fon cacciato in fantasia, che sia vivo, mi tengo disfatto, perche a dir lo al voltro fecreto, farei ruinato havendo a divider Teco la roba.

Hip. Non penfato tanto altre.

[ocr errors]

Lij. Appreflo a cotal faftidio, ho cinque figliuole, Tanfilla, Borfiria dottiffima, Angitia, Sueua, e Annetta. La maggiore fi congiunfe in matrimonio con un giovanetto, che inftigato da una fua frenefia dileguolle di forte, che mai non se ne è intefo novella. E perche il termine, che dee spettarfi, passa in questo di d'hoggi, ifta fera ultimerò le nozze in altrui.

Hip. Farete bene.

Lis. La feconda, da ne promessa a un galante garzone, il quale è il fuo occhio, per torsi dinanzi un non fò chi altro, che l'amava, fe gli obligò per fede, che quando tra un tempo affegnato le portaffe non fò che penne, di compiacergli di fè; onde s'è in modo fitto in capo il mantenere della fua parola, che ancora che ella adori il marito, non la poffiamo fare colcar con ello, ben che, fe il giorno nel qual fiamo, non gnele pone in grembo per miracolo, ella andrà a copu larfi feco la prefente notte.

Hip. Le difficultà, che potrebbono impedire i voftri ordini, fono di maniera impoffibili, che è stoltilia il penfarci.

Lif I fogni che preffo al di ho fopra cio fatti, m'inducano a credere ogni mio finiftro. E' ben vero, che potrei ripararci con lo scambio de l'altre ch'io ho.

Hip. Non fi nega, che il fognare non rapresenti le imagini de la verità; mà la proprietà fua è l'efpreffa bugia.

Lif. E perche nulla manchi a guai, che mi pigliano, non posso refiftere a la moltitudine de le genti, che mi fan chiedere le trè altre più piccole.

[ocr errors]

Hip. Buon segno e ottimo paragone de la qualità voftra e loro.

Lij. Quel ch'io vorrei è, che voi che havete la conditione de le perfone in pratica, mi risolveste in qual forte di huomini io debba collocarle.

Hip. Egli è tanto ch'io mi tolfi da le mondanità, che non conosco più il mondo. Ho ben qualche notitia latina, e qualche conoscenza volgare nel fatto de le turbe, che lo guaftono con gli opprobrij de i peccati, pero dirovvi il mio parere con la folita caritade.

Lif. Ve ne fupplico.

Hip. In confcienza vi eforto à non imparentarvi con niun milite, la caufa è che per uno che mostri avanzo del foldo, ce ne fon mille che se ne ritornano di campo con una canna in mano, e diventando hofti di capitani: lascia pur giuocare, bestemmiare e bastonare a loro.

Lif Parliam d'altro.

Hip. Non è dubbio, che il cortigiano favorito dal fuo Principe non fia una fignoria. Tamen lo inciampar in un filo di paglia, lo fa morire fopra un fascio di fieno.

Lif Bifogna aprir gli occhi.

Hip. Il pittore e lo scultore non sono altro, che fantasticarie e ghiribizi.

Lij. Mi mancon pazzi in cafa!

Hip. Lo alchimifta faria al propofito, fe il moto del fuo cervello fermaffe quel del Mercurio.

Lif. Cotefta profeffione va nuda e cruda.

Hip. Il mercante, che rifa le piazze co i fuoi guanti in mano tramezzati di lettere, rade volte iscampa dal riserrarfi in cafa morto, o dal fepelirfi in chiefa vivo, di poi è cosa strana lo havere a commettere il credito, e il capitale a la discretion de i venti ed alla fede de gli huomini.

Lif. Quefto non fapevo.

Hip. Il gentilhuomo, che ha poca entrata è berzaglio de i debili, onde ftoccheggia là, e contratta quà, fi rimane tofto greve di prole, e leggieri di facultade. Lif. Va e fa poi le cose al buio tu.

Hip. Il plebeo ancora, che fia bene iftante, e facile di compleffione, non può alzar il ciglio, che non fenta rimproverarfi la viltà fua.,

Lif E' chiariffimo.

Hip. Il dottore di legge vive fenza legge, e non curando più il di fotto che il di fopra, pioinba con le ** fententie dove più fuona il denaio.

Lif. Stà bene.

Hip. Il fifico fe bene è un carnefice honorato, e in difpregio de la giuftizia vede premiarfi de gli homicidi commeffi, è però un vagheggia urine, e un contempla fterchi.

Lif. Oibo.

Hip. Il mufico, e la cicala, fon tutti una miftera, o vento fono, di vento fi pascono, e in vento ri

tornano.

Lif. Non penfam costi.

Hip. Il poeta, che lambicca il verbo in ultimo de le claufule, ufando gnaffe, perche anche Virgilio

« ПредишнаНапред »