Графични страници
PDF файл
ePub

"

due amanti è lavorato con qualche diligenza. Io ve lo tra

scrivo per intero!

[ocr errors]
[merged small][ocr errors][merged small]

La vergin bella, dalle chiomes bionde
Nelle sue braccia avea Sira raccolta,
E la guidò sulle morvenie sponde,
Dall' onde tolta.

Ma piange Morven, poichè il sasso involve
La verginella dalle bionde chiome;
Sol resta or quel, che morte non dissolve,
La polve e il nome

Ricopre il tempo colla nube infesta
L'empio ed il vil, la turba oscura e fella;
Ma quei fu prode infra li duci, e questă
Modesta è bella.

Sopra Colnatre caderà l'obblio,
Ne avrà l'onor d'un solo ciglio affitto;
Pagò morendo quel perverso il fio
Del rio delitto;

Ma il vostro nome quest' oblio non teme
1. Vittime tristi d'un illuso amore,
Che su quell' urna, ove posate insieme, 19
Geme il cantore.

[ocr errors]
[ocr errors]

Venga la notte placida e serena

Sopra la tomba ove il cantor sospira!
Furon sepolti in questa ignuda arena
6.5) Schinfena e Sira.

Orazione di Antonio Cesari sopra il Vestire disonesto:
Verona, Merlo, 1818.

[ocr errors]

Il sig. D. Antonio Cesari scrive senza novità, senza robustezza, senza brio. Le sue immagini mancano di grazia e disnobiltà; triviali ne sono i concetti. Giammai ne' suoi scritti v'imbattete in descrizione che vi alletti l'immaginativa con la sua eleganza, giammai un pensiero vi s'imprime nell'intelletto. Non parlo di filosofia, dichiarandosene egli capi

*

tale nemico. La lettura delle sue opere è rincrescevole, come quella che poco v'instruisce e nulla vi diletta. Egli suol preferire il volgare plebeo al volgare illustre, il che aggiunto al modo ordinariamente basso con che presceglie di trattar i suoi argomenti, partorisce fastidio, specialmente in un tempo, ia cui si ama, anche forse di troppo, lo stile sollevato ed immaginoso.

[ocr errors]

Eppure, a malgrado di tutto ciò, troverete a migliaja quelli che vi diranno il Cesari bello ed ornato scrittore; anzi giova il confessarlo, egli ne ha stabil fama in Italia, e i suoi libri, per seccaginosi che sieno, hanno uno spaccio che non ebbero forse a' loro tempi gli scritti del Maffei, del Pompei, del Torelli, dello Spolverini, o di qualunque altro Veronese più riguardevole e chiaro.

[ocr errors]

"

[ocr errors]

Uno straniero, a cui voi leggeste questo preambolo, non giungerebbe a comprenderne un jota. Di fatto in Fran cia e in loghilterra uno potrebbe scrivere colla purgatezza e colla correzione del Dumarsais, del Johnson, che mai nou salirebbe in rinomanza, se fosse d'altronde scrittor vuoto, arido, freddo, nojoso, plebeo. Lo stesso credo che avvenga presso gli Spagnuoli, Tedeschi, ec. Era riserbata all' Italia di questi tempi la singolarità di alzare in fama gli scrittori non per le cose che dicono, non pel modo con cui le dichè la grazia del dire può supplire a ben molti difetti, ma bensì pei vocaboli che usano nel dire.

cono,

E che ciò sia vero, l'esempio dell' abate Cesari lo dimo. stra chiaramente. Nessuno de' tanti ammiratori di lui prenderà forse a negare che giusta in ogni parte sia la critica che ho fatto finora delle sue prose (non dico delle sue poe sie, essendo queste troppo in ira alle Muse per favellarne); e che traducendole in altra lingua, cimento a cui reggono si felicemente i nostri buoni scrittori, esse non troverebber lettori.

Ma il Cesari, esclameranno questi in coro, è nondimeno aureo scrittore perchè adopera la pretta lingua del secolo d'oro, cioè quella che si usava in Firenze nel Trecento. A questo ragionamento io non so che rispondere, e vi confesserò ingenuamente che ho letto anch'io molte delle sue prose per gustarvi quel sapore di lingua antica di cui egli ha sa puto condirle.

Ora, come vedete, non è mio intendimento di smiquire in alcuna guisa quella fama di cui gode il sig. abate Cesari,

i

[ocr errors]
[ocr errors]

consentendo anch'io nelle lodi che sole gli si tributano, ma che vengono in altissimo conto tenute, di adoperare le voci schiette e proprie e le prette maniere di dire usate ai buoni tempi della nostra favella. Ma ho voluto bensi farvi por mente a questa particolarità di poter ad un tempo stesso venir considerato come buono e come cattivo scritture; particolarità donde si possono trarre molte conseguenze di alto rilievo, delle quali lascio alla vostra sagacità e la proposizione e lo scioglimento, non sentendomi al presente nessun prurito di avvolgermi in tal ginepreto. Intorno poi all' Orazione del Vestire disonesto non ho altro da dirvi, se non che mi sono giovato del titolo di essa come di pretesto a farvi questa cicalata, che per pigrizia.ho troncato ex abrupto appuato allor quando potea divenire curioso il continuarla.

[ocr errors]

Sciolti del conte Ercole Graziadei. Bologna, Nobili, 1817.

''

Dimenticatevi l'Invito a Lesbia Cidonia di Lorenzo Mascheroni, e forse leggerete non senza piacere i seguenti

versi:

Mal sotto gli archi della Stoa sedendo

1

Fra il risonar del Sillogismo, e il vario
Pomposo onor di celebrati detti

Da' suoi recessi s'invocò Natura.
Siù che di Lei focosi e arditi Amanti
Corser dall' Euro all' Occidente i gioghi,
O d'Austro all' Orsa le montane schiene,
Queste nell' Afre o Americane Terre,
Quelli di Europa nostra o d' Asia antica
Nelle contrade che il cocente Cerchio
O da lungi lambisce, ovver non' tocca.
E quante mai della involata Amante
Vestigia ritrovar; quante ne aduna
Il Granito, primier nucleo de' monti,
Di sfavillanti pietre, e di metalli

Antico asilo; e in quante i lati e il dorso

Egli veste di Schisto opache falde;'

Ein quante al piede di Calcario, strato, nuo

Gli distese Vulcan piriti e lave;

Tre gradi che costante il monte serba!

Tutti sen giro dell' amata diva

L'orme tracciando; ed imitaro intanto
L'arte di Cuma, e le vocati fronde,
Onde da quei frammenti insiem, disposti.
Sertissero evocati i chiesti, arcani,
Alleggiando la speme i lunghi studi.
T. X.

64

[ocr errors][merged small]
[ocr errors]

#1

[merged small][ocr errors]
[ocr errors]

Delle Lodi di Luigi Cornaro, Discorso da Bartolommeo Gamba letto nella R. Accademia di belle arti in Venezia la distribuzione de' premj nel dì 10 agosto 1817. per Venezia, Picotti, 1817, in 8.o

[ocr errors]

«Di che elementi si compone un' Orazione accademica? » chiedeva uno studente al celebre abate P.... « Di superlativi ben ricuciti insieme, rispose il burbero professore.

E conviene di fatto che questo genere di eloquenza con tali norme si regga, perchè nel solo primo periodo dell' Orazione di che prendo a parlarvi, trovo solennissimo, eccelso, supremi, chiarissimi, ornatissimi, umanissimi, e finalmente divine. Non è, del rimanente, questo che un tributo pa gato all'uso, nè voglio farne carico all'autore, stimatissimo per le sue private virtù e per le vaste sue cognizioni letteratie.

Il sig. Gamba avea nel 1816 pubblicato i Discorsi della vita sobria di Luigi Cornaro, con nuove aggiunte e la vita dell'autore, in un elegante volumetto in 8. Egli ora in que. sto Discorso si volge ad esaminare le lodi del Cornaro per quanto si riferiscono alla intelligenza di lui nelle belle arti e all' efficace patrocinio che ha esercitato in favor degli artefici. L'autore piglia da ciò il destro di lamentare la presente mancanza di proteggitori delle arti belle; ma non lascia però di innanimire i giovani a correre con fermo piede l'onorato aringo, confortandoli di belle speranze, che il ciel volesse divenissero reali una volta!

1

Il Cornaro non è in generale conosciuto che pel suo Elogio della Sobrietà; elogio così ben confermato coll' esempio di sè che, cagionevole di salute e logore a 35 anni, seppe col solo esser sobrio toccar quasi il secolo, di floridissima salute godendo. Ma di pellegrino ingegno e di ogni maniera di generosità egli era adorno, come apparisce da queste parole del Graziani, che il sig. Gamba ci riporta in volgare:

Questo onoratissimo uomo, cui tanto convenne il soprannome di Sobrio, veniva accarezzato, riverito e rispettato da chiunque o per cospicuo natale, o per bella dote d'ingegno si distinguesse. E i grandi personaggi ei mn grandi e fe minute persone, tutti erano solleciti a visitarlo per lo piacer d'intendere i suoi discorsi sempre moderati, piacevoli ingegoos. La prudeuza, la saggezza, l'avvedutezza, i conn. a balta pt fa esno schiera bellissima', 'splendidissima. Non in Fadova abitazione più volontieri della suasiverita, ed egli,

sig

era

sempre magnifico e spendereccio, mai non cessava dall' usare verso di tatti, e dei conoscitori delle arti belle singolarmente, d'ogni ufficio di animo generoso e perfetto.

Aggiungasi a questa citazione quella in cui si descrive la sua morte:

[ocr errors]

La tranquilla e riposata fine del nostro magnanimo uomo, giunto al suo novantesimottavo anno, fu tante serena quanto può esserlo il bel tramonto di un dì senza, nuvole, « L'ottimo vecchio continuo nel fedele volgarizzamento) presentendo di essere presso al termine della vita, non risguárdava il grande passaggio con ispavento, ma come se trattato si fosse di transitare d'una in un' altra casa. Sedea nel suo letticciuolo, che ristrettissimo usavalo e picciolo, é presente era Veronica di lui moglie, carica d'anni quasi quanto lui. Con tuono di voce chiaro e sonoro mi narrava i motivi per i quali con animo gagliardo lasciato avrebbe la vita, e faceva i migliori augurii per la felicità del mio Commendone, al quale pur volle scrivere di proprio pugno una lettera di consiglio e di conforto. Dissemi che pareagli di poter soprav vivere tuttavia due giorni, ma assalito poco dopo da deficienza di forze vitali, si fece sollecito di affrettarsi nuovamente i soccorsi della religione consolatrice, e stringendo nella sinistra mano una picciola immagine del Crocifisso, cogli occhi fermi nello stesso esclamò che ito se ne sarebbe con lui lieto e pica di speranza. Si acconció poi con decenza, e chiusi gli occhi, come se avuto avesse a dormire, con un leggiero sospiro per sempre ci abbandonò ».

[ocr errors]

་་་

E poichè questo prurito di citare mi ha preso, vi1 trą scriverò ancora la chiusa del Discorso, la quale mi sembra molto nobile e giusta:

Si, ritroverete l'autore parla ai giovani alunni) i proteggitori anche oggidi, se, fatto tesoro di ogni dimestica virtù, amplierete le sfere dell' intelletto con molta varietà di sapere e se vi resterà sempre fitto in mente che non acquista fama e celebrità chi infingardisce, ma chi notte e giorno lavora per quanto l'umana natura il comporta. Tito Livio e Plutarco ci descrissero Filopemene illustre condottiere di eserciti, e ci narrarono le fatiche somme e gli sforzi che lo portarono alla rinomanza. Reynolds parò d'innanzi quel generale a suoi giovani alunni, e mostrò loro che non punto minori sono le fatiche e gli sforzi dell' artista che poggiar voglia alle vette della immortalità. Noi dunque confidiamo tutti nel vostro ingegno e nel vostro volere, e per voi, Gioventù valorosa, salirà a sempre maggiore lustro questa città, che per amenità di clima, per isvegliatezza d'ingegni, per santità d'istituti, per maestà e splendor di edifizii e per purissimo latte apprestato all tre divine arti sorelle, in tutto il mondo è stata sempre famosa.

[ocr errors][ocr errors][ocr errors][merged small][ocr errors]
« ПредишнаНапред »